Il riconoscimento della professione e le istituzioni
La professione, inizialmente individuata con legge n. 11815/39, trova una sua prima specifica regolamentazione con la legge n. 1081/64 che istituisce l'Albo dei Consulenti del lavoro.
La dinamicità, propria della categoria professionale, e la spiccata attitudine all'aggregazione a livello associativo, hanno portato in breve tempo a due importanti tappe istituzionali:
- la costituzione, con la legge n. 1100/71, dell'ENPACL, Ente di Previdenza ed Assistenza per i Consulenti del Lavoro, e la conseguente regolamentazione del sistema pensionistico e previdenziale, modificata dalla legge n. 249/91 e recentemente privatizzato;
- l'approvazione della legge n. 12/79 che disciplina l'ordinamento professionale definendone l'oggetto, i requisiti per l'iscrizione all'Albo, le modalità relative all'esercizio della professione, l'organizzazione statutaria, le norme penali per l'esercizio abusivo della professione, l'autotutela e la disciplina interna, il segreto professionale.
La professione del Consulente del Lavoro e´ vincolata da norme giuridiche che tutelano la fede pubblica e garantiscono elevati livelli di competenza e correttezza professionale. Sull´esercizio della professione vigila il Ministero del Lavoro. Per gli iscritti all`Albo dei Consulenti del Lavoro e´ inoltre vincolante il Codice Deontologico. Questo rappresenta l´insieme dei principi e delle regole etiche e comportamentali che ogni Consulente del Lavoro deve osservare.
Punti di riferimento a livello locale sono l´Albo Provinciale dei Consulenti del Lavoro e il Consiglio Provinciale dei Consulenti del Lavoro. Il Consiglio Provinciale ha ampi poteri organizzativi, vigila per la tutela del titolo professionale e adotta eventuali provvedimenti disciplinari.
Gli albi provinciali eleggono il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro che e´ l´organo di governo a livello nazionale dei professionisti iscritti.